Morte medicalmente assistita. “Mi stanno uccidendo dentro”, ecco la lettera di Mario, dopo la denuncia del reato di tortura
Nel corso dell’appuntamento organizzato dall’Associazione Luca Coscioni per celebrare Piergiorgio Welby, a 15 anni dalla sua morte, è stata letta una lettera scritta da Mario, il 43 anne tetraplegico e immobilizzato da oltre 10 anni che da 15 mesi si batte insieme all’Associazione Luca Coscioni, anche attraverso ricorsi giudiziari e lettere di diffida, per far affermare il diritto sancito dalla Corte costituzionale e poter accedere legalmente alla morte medicalmente assistita.
Nei giorni scorsi, tramite il suo collegio legale, dopo aver ricevuto il via libera dal Comitato Etico, ha denunciato lo stesso Comitato e l’Azienda unica sanitaria regionale delle Marche per il reato di tortura, a causa dei continui ostruzionismi e omissioni, che ora si manifestano sottoforma di mancate verifiche sul farmaco e le relative modalità di somministrazione.
Un estratto della sua lettera letta dal Segretario dell’Associazione Luca Coscioni avv. Filomena Gallo, anche coordinatore del suo collegio di difesa.
Ciao a tutti, sono Mario, non ho più parole per quanto sta accadendo…
…quello che mi sta facendo più male è che mi stanno uccidendo dentro, nell’anima, psicologicamente mi stanno svuotando ma quello che è peggio e che i responsabili sono le persone che fanno le leggi e ci chiedono a noi cittadini di rispettare, sono loro i primi a non rispettarle.
Mi sento tradito dallo stesso Stato ed è gravissimo il loro comportamento, io ho fatto tutto e di più nel rispetto delle regole e in questi 16 mesi ho dato tutto me stesso, andando sopra le mie possibilità, sopportando dolori, stanchezza fisica e mentale.
Non cerco pietà vorrei solo che mi fosse riconosciuto un diritto a me concesso dalla Corte costituzionale. Finora è stata messa in scena una farsa, con protagonisti Azienda sanitaria unica regionale, Comitato Etico e Ministero della Salute, che hanno il potere di agire ma non lo fanno.
Non mi serve la solidarietà di quei Ministri e Parlamentari, che in tv o sui giornali mi accarezzano, ma a microfoni spenti mi stanno torturano. Abbiate il coraggio di dirmi “Caro Mario per noi puoi continuare a soffrire”.
Io vorrei solo avere la possibilità di porre fine alle mie sofferenze nel mio paese all’interno del servizio sanitario nazionale premendo quel bottone, addormentarmi senza soffrire e morire nel modo più dignitoso possibile per me è i miei cari.
Questa non è la battaglia di Mario e non sarà la vittoria di Mario, semmai sarà la vittoria di tutti, iniziata da Piergiorgio, portata avanti dall’Associazione Luca Coscioni, da Mina Welby, Marco Cappato, Filomena Gallo, Fabiano Antoniani, Davide Trentini, da tutti quelli che nel silenzio e nell’ indifferenza dello stato ci hanno lasciato soffrendo o costretti ad esiliare all’estero.
Sono allo stremo delle forze fisiche e mentali e spero che quando qualcun altro deciderà di ripercorrere la mia strada i tempi saranno cambiati, perché vi giuro un malato grave non può e non deve aspettare 16 mesi, è inaccettabile e di una crudeltà inaudita.