A cosa serve continuare ad alimentare quest’idea che i morti devono stare con i morti? I cimiteri non sono luoghi di riflessione e neppure di armonia con il ricordo del caro estinto. Anzi, se teniamo conto degli oneri notevoli per la famiglia del morto e degli affari al limite della legalità che alle volte si muovono nel business delle esequie funebri mai come in questo caso l’espressione “caro estinto” andrebbe reinterpretata: la parola “caro” va intesa non come aggettivo riferito a chi è oggetto di amore e di affetto, ma come sostantivo, vale a dire “di prezzo alto”.
Dunque caro estinto nel senso di costo elevato del defunto dato che il prezzo del metro quadro nei cimiteri delle grandi città costa ormai quanto quello di un appartamento. Uno spazio non a buon mercato e che per di più non serve a nulla. I cimiteri richiedono cure continuate per scavare, interrare, seppellire, dissotterrare, riesumare, estumulare, ecc. Per questi motivi il cimitero è morto: perché richiede molta manutenzione con costi sempre più elevati e non sono neppure funzionali al ricordo, producendo in taluni casi un effetto opposto al raccoglimento e all’interiorizzazione.
Walter J. Mendizza
Fonte foto: Ekaterina Boym-Medler – sxc.hu