diamante-della-memoriaGià da qualche anno è arrivata in Italia, grazie alla società Algordanza, la possibilità di creare un diamante della memoria dalle ceneri dei defunti. Una nuova forma di sepoltura che all’estero, ha avuto molto successo, mentre nel nostro paese provoca ancora tanti pareri discordanti tra chi crede che sia un suggestivo modo di ricordare chi ci ha lasciato e chi invece fa fatica a staccarsi dalla tradizione e preferisce affidare i resti del proprio caro alla sepoltura o la cremazione.

Partendo dal presupposto che in Italia anche la pratica della cremazione non è tra le scelte più attuate, perché ancora legata al dogma cattolico che fino a pochi anni fa impediva l’incinerazione, il diamante dalle ceneri è un ulteriorie salto oltre la tradizione e come ogni novità incontra estimatori e critici.

Chi ha scelto di creare un diamante dalle ceneri del proprio caro, come la Signora toscana o il papà di Treviso, lo fa perché lo sente un gesto necessario per elaborazione del suo lutto. Decide di tenere la persona amata sempre vicino a sé, in ogni momento della giornata, svincolandosi dal freddo e impersonale cimitero per creare un oggetto che rappresenta un ricordo perpetuo.

Ecco, la parola “oggetto”, riferita al diamante della memoria, suona subito come il gong che dà il via alle polemiche dei critici, i quali normalmente obiettano sull’eleganza e l’opportunità di delegare il ricordo di una persona amata ad un oggetto.
Ma se si riflette, senza giudicare, è innegabile che gli oggetti, in ogni tempo, hanno  rivestito una certa importanza nella nostra vita, non solo per la funzione a cui sono preposti ma anche, e in prevalenza, per il valore simbolico. La relazione tra oggetti e la memoria risiede proprio nella loro materialità, nell’occupare un preciso spazio fisico, una caratteristica che fa diventare gli oggetti connettori tra il tempo e lo spazio. Gli oggetti, nella loro permanenza, avrebbero come compito ultimo quello di ri-esistere – esistere ancora – oltre la vita.

Il diamante della memoria, dunque è sì un oggetto, ma capace di unire due o più vite, perché lo scorrere del tempo crea inevitabilmente una memoria biografica del possessore che andrà a fondersi con il ricordo della persona cara, processo ancora più vero se riferito ad un gioiello. Quanti preziosi vengono conservati gelosamente perché appartenuti ai nostri parenti più cari?

Molte persone, invece sono critiche rispetto al diamante della memoria perché lo percepiscono solo come un business intorno alla morte, mentre il servizio offerto dalle agenzie funebri tradizionali è normalmente accettato, seppure i costi di una sepoltura classica, impegnano la famiglia non meno della cremazione e la realizzazione del diamante.

Le perplessità per questa nuova forma di sepoltura sono sempre tante, legate per lo più a idee innate e predeterminate dalle consuetudini collettive, ma che possono essere ridimensionate attraverso una riflessione sia pratica che emotiva dove non si mette in discussione il sentire personale di chi ha deciso di mantenere un contatto, anche materiale, con la persona scomparsa.

Per avere maggiori informazioni e conoscere il procedimento di estrazione del diamante vi rimandiamo al sito ufficiale della società Algordanza.


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