Il divieto di assembramento in seguito alle restrizioni per contenere il diffondersi dell’epidemia da Coronavirus vale sul tutto il territorio nazionale e quindi comprende anche i cimiteri. Sebbene nella vita quotidiana i campisanti non siano luoghi particolarmente affollati di visitatori (salvo in caso di funerali, che sono stati comunque limitati), molti Comuni hanno deciso di impedirne l’accesso così come è avvenuto per i parchi e altri luoghi urbani che avrebbero potuto favorire il raggruppamento di persone.
Al tempo stesso, il limite imposto alle attività produttive ha consentito di mantenere aperte solo le aziende coinvolte nella fornitura di beni o servizi ritenuti essenziali. Non rientrano in questa categoria i fiorai e i vivaisti. Il rischio di lasciar appassire i fiori e il senso di solidarietà che si sta diffondendo tra molti cittadini hanno fatto sì che in molte parti d’Italia si stia assistendo alla donazione – da parte delle aziende del settore coinvolte di concerto con le amministrazioni locali – di fiori e piante per ornare le tombe. Così i sindaci di molti comuni sparsi per tutta la Penisola hanno accolto con entusiasmo questi gesti di generosità consentendo la deposizione dei fiori sulle tombe dei propri concittadini.