mia-madreL’ultimo lavoro di Nanni Moretti, ‘Mia madre’ porta sul grande schermo quella che, in termini psicoanalitici, viene detta “l’elaborazione del lutto”.

La storia, lineare solo in apparenza, intreccia passato e presente, proiezioni e realtà raccontando la perdita della madre, Ada (Giulia Lazzarini) dei due protagonisti.

La donna, una professoressa di latino e greco così come la madre del regista,  passa  da un ospedale all’altro, malata ma con tanta voglia di continuare a leggere Tacito e Catullo e vivere. Intorno a lei ruotano, la figura principale del film, la figlia regista Margherita (Margherita Buy), impegnata nel dirigere un film con protagonista un attore, Barry (John Turturro), confusionario, presuntuoso e istrionico e ancora, vicino ad Ada c’è  il figlio maschio Giovanni (Moretti) che in questa pellicola recita un ruolo secondario ma interpreta il personaggio che ha più paura di ciò che accadrà e cerca, come può, di razionalizzare, il lutto atteso.

Nel film ci sono tante scene di ospedale dove con tanto amore Giovanni, si prende cura della madre,  cerca di sostenerla nella paura di morire, combatte e si arrabbia per le sue resistenze. Segue un dopo morte, dove i figli scoprono una donna diversa da quello che si credeva, capace di custodire segreti degli altri oltreché i propri.

Il Film di Nanni Moretti racconta il lutto, e riesce a coinvolgere lo spettatore perché è una testimonianza intima e personale, narra, come dice lui stesso in un ‘intervista, “di ciò che resta, qui, tra noi, vivi su questa terra ma anche di ciò che resta delle persone che se ne vanno, che muoiono: i libri, i ricordi

Pensando alla filmografia del regista romano viene spontanea l’analogia con ‘La stanza del figlio’,  ma in realtà se nel primo la morte arriva improvvisa a devastare la vita di una famiglia in questo ultimo c’è l’attesa, la preparazione al lutto che avverrà inevitabilmente. Inoltre se per fortuna ne ‘La stanza del figlio’, Nanni Moretti fa un magistrale esercizio di finzione, in ‘Mia Madre’ c’è tanta verità ed esperienza vissuta in prima persona.

Due film bellissimi, da vedere,  accomunati non solo dal tema della perdita ma anche dal grande successo a Cannes che ha visto ‘La Stanza del Figlio’ vincere la Palma d’oro nel 2001 e  ‘Mia Madre’ ricevere un importante riconoscimento di stampa e critica internazionali oltre il premio Ecumenico.


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