Padova 6 giugno – Nelle giornate del 19, 20 e 21 maggio 2022, presso il Centro congressi dell’Orto Botanico e del Teatro Ruzante, l’Università degli Studi di Padova, insieme al Dipartimento FISPPA, in collaborazione con Master Death Studies & the End of Life e la Facoltà Teologica del Triveneto, ha promosso il convegno internazionale “Eternità tra spazio e tempo: dalla coscienza al cosmo (EST)”, per onorare la fondazione dell’Università stessa, da 800 anni crogiolo di iniziative specialistiche, laboratori alternativi e percorsi di ricerca innovativi.
L’evento, cui hanno aderito circa 300 persone, in presenza ed a distanza mediante videoconferenza, ha avuto attenta partecipazione e pieno riscontro.
La collaborazione creatasi tra i relatori ed i partecipanti è stata particolarmente significativa e determinante: i premi Nobel, Penrose e T’Hooft, insieme a ricercatori di fama mondiale, tra cui Veneziano, Faggin, Plebani, Appel, Cacciari, Di Nuovo, si sono confrontati, anche insieme al pubblico, nel cercare di svelare, grazie all’utilizzo di conoscenze interdisciplinari e di chiari linguaggi specialistici, se il concetto di eternità possa trovare una definizione accessibile alla comprensione umana.
Il percorso di analisi e di comparazione dei confini umani rispetto all’infinito ha evidenziato un comune denominatore: il concetto di coscienza, che raccorda la vita fisica alla fase successiva alla morte, rappresentata da un qualcosa di non conosciuto, né conoscibile, ma che fa ricadere la limitatezza dell’uomo in una situazione eterna.
La morte è comunque parte della vita e paradossalmente la integra: oltre quel confine, vi è la meta cui anela lo spirito, l’orizzonte che determina il senso del percorso umano ed il valore dell’eternità.
Ines Testoni, curatrice scientifica dell’evento insieme a Fabio Scardigli e ad Andrea Toniolo, spiega così il tema centrale del convegno: “Parlare di eternità non è facile perché si tratta di un concetto controintuitivo. In verità ne abbiamo un’inconsapevole percezione che però siamo stati educati a mettere costantemente in questione in cambio di teorie che non sono in grado di dimostrarne la necessità. Parlarne è il modo migliore per capire dove stanno le trappole”.