I funerali nel paese del Sol Levante sono tra i più complessi e costosi al mondo. Carico di rituali il rito funebre per i giapponesi prevede diversi passaggi prima che l’anima possa intraprendere un sereno viaggio per l’aldilà.
“Departures”, un film del 2009 vincitore dell’Oscar per la migliore opera straniera racconta nel dettaglio le pratiche di un noukansh “maestro di deposizione nella bara” da cui il titolo originale del fim “le persone che accompagnano i defunti”. Un film che, attraverso una storia personale ha mostrato la complessa arte giapponese del dare l’addio.
In Giappone la cerimonia funebre buddista si svolge in tre momenti. In primo luogo il noukanshi, l’omologo orientale del tanatoprattore, mette il defunto nella bara, pulisce il corpo senza vita con acqua calda e con alcool per poi presentarlo ai congiunti come se fosse ancora vivo, durante il periodo di “Otsuya” che corrisponde alla veglia, dove parenti e amici possono visitare e salutare il defunto e partecipare ad una ricca cena che diviene momento di condivisione del dolore.
La cura della salma, anche se destinata alla cremazione, è una prassi che serve perché prima di procedere all’incinerazione, si attende, attraverso la veglia, il distacco definitivo dell’anima dal corpo, un tempo lungo e lento che aiuta a riflettere, rendendo il dolore un nutrimento spirituale per chi rimane.
Dopo il funerale, officiato dal Kokubetsushiki, arriva il Noukotsu, momento in cui i parenti stretti assistono alla cremazione (Kasou).
Il rito della cremazione è molto semplice ma allo stesso tempo intenso. Prima che la bara, sia chiusa a pressione senza chiodi, appoggiata ad un carrello e sospinta nel forno, accanto al corpo del defunto, il cui kimono viene allacciato da destra a sinistra, il contrario che in vita, vengono posizionati gli oggetti cari al defunto. I familiari possono osservare la cremazione da una piccola finestra dell’impianto. Al termine della cremazione arriva forse il momento più forte se osservato con gli occhi occidentali: il raccoglimento delle ossa del defunto da parte degli stessi congiunti.
Ogni familiare ha delle bacchette con le quali raccoglierà i resti del proprio caro per posizionarli nell’urna. L’addetto alla cremazione di solito indica quali sono i pezzi importanti da raccogliere . Le ossa dei piedi vengono raccolte per prime, per ultime quelle della testa, questo per garantire che il defunto non sia a testa in giù nell’urna. I membri della famiglia effettuano questa operazione contemporaneamente: questa usanza spiega il perché, quando due persone prendono un pezzo di cibo allo stesso tempo con le bacchette, esse tendano a ritrarsi immediatamente, in quanto ciò avviene unicamente per porre i resti del defunto nell’urna.
Quando l’urna è stata riempita, viene coperta e avvolta in un panno bianco e può essere portata a casa o direttamente al cimitero. In alcuni casi, le ceneri possono essere ripartite tra più urne: ad esempio, alcune ceneri vengono destinate ad una tomba di famiglia, mentre altre al tempio oppure, per quelli meno legati alle tradizioni, trasformate in diamante, scelta sempre più frequente nel paese del Sol Levante.